LETTERA A TULLIO DE MAURO
Oggetto: La Scuola negata!
Caro Tullio De Mauro, ci siamo conosciuti in Sicilia invitati da Nello per un convegno a Palermo sulla scuola, accompagnavo l'amico Giorgio Pecorini. Lo ricordi? In quell'occasione ebbe inizio, per me, un percorso che sembra non poter finire. Avevamo la comune pretesa di rendere applicabile il pensiero pedagogico di don Lorenzo Milani o meglio di demistificare la figura del Priore agli occhi dei ragazzi e soprattutto dei Gianni d'oggi, così diversi, all'apparenza, da quello che eravamo noi nei lontani anni '60.
Uno stimolo forte, a quello che noi allievi di don Lorenzo Milani ripetiamo da sempre, lo desti al nostro convegno di Vicchio, nel lontano 1990. Sono passati 20 anni! Eri così emozionato che piangesti, ricordi?
Beh, quel giorno ci illudesti veramente. Pensavamo di avere con noi un compagno di viaggio, in seguito fu solo delusione.
Ti cercammo in tutti i modi, ma non rispondesti mai al nostro appello! Perché?
Perché come tutti gli intellettuali vivi di te stesso!
Perché come tutti i politici hai accettato di divenire succube a questo neoliberismo!
Diventasti ministro della Pubblica Istruzione.
Vergogna!
Porti un nome che ci ha sempre onorato di coerenza e al quale abbiamo sempre abbassato gli occhi in trepida venerazione.
Vergogna!
Abbiamo capito che parlare soltanto di don Milani favorisce la carriera, mentre applicarlo all'interno dei contesti in cui viviamo, isola. Sì, le istituzioni di destra o di sinistra (cosa vuol dire oggi?) eliminano gli oppositori che escono dalle linee comuni e oggi, come al tempo del fascio, non è facile opporsi veramente.
Hai mai provato ad immaginarti una vita senza stipendio?
Senza una sicurezza di casa e di lavoro?
Ti hanno mai fermato le ronde padane perché dormivi in un furgone invece che in albergo?
Gli oppositori non sono stati ancora crocifissi o incementati, come facevano una volta, perché questa democrazia resta ancora funzionale a un sistema di alleanze perverse dove, Sindacato e padroni, gestiscono in comune il potere di preservare le sicurezze, economiche e sociali, solo ai propri iscritti! Te dai una cosa a me e io do una cosa a te. Un linguaggio ormai diffuso e non solo in Sicilia!
Fatta questa premessa ci corre l'obbligo di rispondere a una delle domande che molto spesso i giovani ci rivolgono: "La coerenza paga?".
Di primo acchito verrebbe di rispondere che la coerenza paga. Senza coerenza perdiamo anima e sentimenti. Ma è veramente così?
Il popolo Palestinese sta migliorando? Ora che i suoi bambini possono pagarsi solo le scuole coraniche?
E la Russia, l'Africa .... .
Chi spiegherà le differenze reali tra l'indifferenza della gente ai tempi dell'Olocausto e l'indifferenza di oggi?
Te non me lo puoi dire: "Cosa c'entriamo noi?"
Te come tutti i professori d'Italia hai contribuito a questa follia generale, è vero ogni bambino ha un genitore, ma non si può soltanto dire, come fa la scuola, che la colpa di questa involuzione generale è da attirbuirsi solo alle famiglie.
Se la campanella squilla ogni 50 minuti è colpa della madre di Giacomino?
Se un insegnante termina l'anno scolastico senza riuscire neppure ad imparare a memoria i nomi dei suoi allievi è colpa del padre di Giacomino?
Se non si insegna mai ne economia ne politica è colpa della Gelmini?
Veniamo al sodo. Se questa scuola non funziona la colpa è vostra, di voi professori, che in tutti questi anni di lotte sindacali
avete pensato solo agli stipendi e ai privilegi.
Se la scuola dell'adolescenza è diventata una spece di carcere o manicomio, 5m x 5 e 30 ragazzi dentro, è perché in tutti questi anni di lotte sindacali avete pensato solo alle cose materiali e poco avete fatto per modificare l'ambiente che sempre più vi rende promotori di una follia generale che tanto appare premessa agli anni '20 del secolo scorso.
Esagero? Sì, forse esagero.
La colpa è anche di noi genitori che abbiamo vissuto la scuola come un parcheggio. Che abbiamo rinunciato ai Consigli e abbiamo praticato la delega.
Un nonno del terzo millennio